È stato un successo l’inaugurazione della Cantina de La Ciau del Tornavento, preceduta dal momento di dialogo a cui hanno partecipato personaggi del calibro di Angelo Gaja, Carlo Petrini, Giorgio Rivetti e lo stesso chef-patron Maurilio Garola, moderati da Maurizio Di Dio, esperto in marketing agroalimentare.
"Il Vino. Che Energia!" è stato il tema del dibattito affrontato dai protagonisti, nell’affascinante sala del ristorante di Treiso (provincia di Cuneo) affacciata su uno dei più bei paesaggi delle Langhe e gremita di giornalisti di settore. Tema che è stato capace di sciorinare un interessante confronto fra i protagonisti, che all’unisono hanno confermato come il Ristorante La Ciau del Tornavento rappresenti una delle case history più interessanti nel panorama imprenditoriale italiano dell’accoglienza e dell’ospitalità, grazie all’abilità dei suoi titolari che hanno saputo trovare la perfetta coniugazione tra un ristorante e una cantina di altissimo livello, con una struttura ricettiva perfettamente integrata nell’atmosfera unica delle Langhe, oggi Patrimonio Unesco. E anche per l’attenzione e la sensibilità profusa nei confronti dei produttori e del territorio in cui opera, promuovendone continuamente con loro lo sviluppo economico, sociale e culturale.
"La Ciau del Tornavento - ha detto il suo patron Maurilio Garola - è orgogliosa di rappresentare in pieno la filosofia e lo stile di questo territorio e delle sue produzioni, non solo enologiche. Il nostro lavoro quotidiano si pone come obiettivo principale quello di avvicinare sempre di più il pubblico di ogni parte del mondo e gli appassionati alla cucina e ai vini, valorizzando le potenzialità di questo straordinario territorio che ci ospita e cercando di farne conoscere il suo vero patrimonio enogastronomico".
L’energia che contraddistingue La Ciau del Tornavento è quella messa in atto nello sviluppare alleanze tra persone che amano il vino e proporlo come ambasciatore del territorio, simbolo di cultura, di amicizia, di gratitudine e piacere. Sentimenti che durante la cena con gli ospiti ed i giornalisti presenti si sono potuti "toccare" tutti con mano.
La Ciau del Tornavento è un ristorante stellato, capace di stupire anche i palati più esigenti, ma è la sua cantina a renderlo un punto di riferimento per i veri amanti del vino. Sotto le cucine e i tavoli giace infatti una collezione di oltre 60mila bottiglie. Un patrimonio enologico accumulato in anni di degustazione e ricerca delle migliori etichette al mondo. A condurre questo lavoro lungo e meticoloso sono stati i gestori del ristorante, Maurilio Garola, Nadia Benech, Cecilia Monte e Marco Lombardo, che oggi si trovano a essere i custodi di un vero e proprio tempio del vino. Si tratta di 2899 vini di 334 produttori diversi, provenienti da 13 nazioni.
Un occhio di riguardo è stato riservato al territorio di casa, quello delle Langhe, di cui la cantina raccoglie un’ampissima selezione. Motivo per cui è oggi un punto di riferimento anche per tutti i produttori di quest’area. Metà della collezione è costituita da Barolo e Barbaresco ma a farla da padrone sono anche gli altri rossi piemontesi e ovviamente toscani, mentre i bianchi di varie regioni italiane costituiscono circa un decimo della cantina. Non mancano i grandi chateaux francesi, che rappresentano il 10% del totale, né le più prestigiose etichette provenienti dai Paesi d’oltreoceano, come Argentina, Australia, California, Cile e Uruguay.
La storia del ristorante inizia nel 1997 a Treiso, nelle Langhe, un’area inclusa nel Patrimonio Unesco per la sua naturale vocazione a custodire ricchezze culturali, proprio come la cantina de La Ciau del Tornavento. Dalla fondazione, gli affiatati e appassionati gestori hanno visitato le cantine delle più rinomate zone vitivinicole del mondo e assaggiato centinaia di etichette per trovare quelle più adatte a sposarsi con i piatti di alto livello proposti dalla cucina.
Il risultato, oggi, non soddisfa solamente i gourmet alla ricerca degli abbinamenti più raffinati e i clienti che si siedono a tavola per scoprire una nuova gamma di sapori: dal più esperto degustatore al wine-lover alle prime armi, infatti, qui è possibile conoscere a 360 gradi la produzione di punta delle Langhe così come testare e confrontare i vini provenienti dai quattro angoli d’Italia e del mondo. Tra le bottiglie speciali, sugli scaffali ci sono Sassicaia 1985, Barolo Monfortino 1945, Bruno Giacosa Rocche Del Falletto Riserva 1999 (3 litri), Gaja Costa Russi 1990, Y'quem 2011 (15 Litri) e Domain De La Romanee Conti 2010 oltre alla Drappier Primat da 27 litri, per citarne alcuni.
Questa realtà, inoltre, oggi rappresenta una case history nel panorama imprenditoriale italiano grazie all’abilità dei suoi gestori nell’aver saputo trovare la perfetta coniugazione tra un ristorante e una cantina di altissimo livello, con una struttura ricettiva perfettamente integrata nell’atmosfera unica delle Langhe.
Non a caso La Ciau del Tornavento (una stella Michelin) è stato inserito, per dieci anni di seguito, tra i ristoranti con la migliore carta dei vini dalla nota rivista Wine Spectator che nel 2013 gli ha anche assegnato i Tre Bicchieri della sua Award of Excellence e nel 2015 ha riconfermato il Grand Award. Tra i riconoscimenti prestigiosi ottenuti c’è anche quello conferito dalla Revue du vin de France, che ha assegnato al ristorante il premio per la miglior carta del vino al mondo nel 2013.